Pecha Kucha Night Pisa

PECHA KUCHA NIGHT PISA VOL.1






Pecha Kucha Night è un format divenuto ormai internazionale dalla struttura semplicissima ed efficace: l’oratore (o speaker) avrà a disposizione 20 immagini ciascuna per 20 secondi, entro cui esporre la propria creatività espressa in molteplici forme. Le 20 immagini scorreranno senza possibilità di pause: 6 minuti e 40 secondi di tempo con cui il designer, l’architetto, l’artista di ogni genere creativo possa far conoscere in maniera rapida, leggera ed efficace il proprio lavoro e la propria passione aprendosi ad una rete di esperienze diverse con cui crescere e migliorarsi.
Pecha Kucha offre la possibilità a giovani creativi, a professionisti affermati o a chiunque altro di mettersi in gioco e proporsi attraverso un canale alternativo di comunicazione che parte dall’evento cittadino per avere immediata risonanza internazionale.
Il format offre spazio alla cultura, all’incontro e al divertimento sotto il motto “Think and drink!“.
CM2 Team nasce dall’idea di condividere le esperienze diverse di giovani professionisti [architetti e ingegneri] provenienti da diverse parti d’Italia che trovano in Toscana la possibilità di conoscersi e di sperimentare la collaborazione professionale.
La condivisione dello stesso concetto di cultura vista come crescita per la società e le esperienze maturate nel medesimo ambito, hanno portato nel dicembre 2011 a richiedere l’inserimento di Pisa nella rete internazionale di città targate Pecha Kucha.
La concessione rilasciataci da Tokyo nel gennaio 2012 ci rende orgogliosi di poter introdurre anche a Pisa questo modo agile e istantaneo di condividere la creatività.

CM2 Team
Arch. Mario Cenci
Ing. Giuseppe Magliano
Ing. Edoardo Marchetti

Private Flat #7, Firenze, 2011









Si è conclusa a Firenze la settima edizione di Private Flat. Grande affluenza di pubblico e alta qualità dei lavori. Gente nuova da conoscere, vecchi amici da rivedere. E' un piacere vedere come Firenze abbia ancora bisogno di un evento del genere. Fin dalla prima edizione abbiamo cominciato a capire che questa era la formula giusta per iniziare a costruire un modo diverso di fare cultura in una città che sentivamo un po' imbalsamata. Mi ricordo ancora la prima edizione, un solo pomeriggio in via Faenza 73. Un pomeriggio tra amici e poco più. Poi PF#2 ... "proviamoci per un fine settimana" ci siamo detti. Poi ancora più spazi, senza paura del nuovo ma con la necessità di far partecipare tanti, quanti più possibile, tutti quelli che hanno sentito il bisogno di mettersi in ballo.
C'erano tutti gli ingredienti già dall'inizio, Quegli ingredienti che hanno portato Private Flat a stuzzicare le esigenze di chi Firenze la vive quotidianamente. E' veramente un piacere vivere la città che mi ha ospitato per quasi dieci anni vissuta cosi'.
Un' esperienza umana enorme con tutti quelli che hanno condiviso con me questa potente passione.
Dai grandi amici e coinquilini Benni, Corrado Matteo, Filippo, Lorenzo, Roberto, delle prime edizioni, ad Alessio fino agli "associati" e amici di ora Filippo, Florentin, Martino ed ancora lo stoico Matteo.
Un grazie a tutti ... tutti quelli che ci hanno aiutato.

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Condono edilizio 1


Condono edilizio 1, china su carta, elaborazione digitale, 2011

Avanzi 1


Rimorchiatore, cartonlegno su moquette, 2011

Cacciatorpediniere, cartonlegno su moquette, 2011

Squalo, cartonlegno su moquette, 2011

Il mondo è dei curiosi


Il mondo è dei curiosi, inchiostro di china su tela, 2011
Curatela della cellula PrivateFlat#5.5, Via Tripoli 33, Firenze, 2-3-4-ottobre 2009.


_Project Oki_ installazione ambientale, 2009

Sono stato invitato da Mario Cenci a svolgere un lavoro installativo . Ho colto volentieri l’ occasione per far conoscenza di giovai artisti e per misurare il mio lavoro con ambienti e storie parallele alla mia. In questo lavoro trovo una forma diversa per la documentazione che mi aiuta a descrivere meglio una sensazione ed un pensiero. Come tutti sapete in Abruzzo c’e’ stato un forte terremoto. Ho voluto misurarmi con questo fatto sconvolgente: sia per la sua gravità che per il suo misero spettacolo mediatico. A volte documentare e partecipare è una lezione durissima nella quale non vorremmo essere coinvolti. Mi sono tirato fuori dal caos ed ho osservato da lontano gli avvenimenti, poi sono andato a L’aquila con un’idea. Associare un’ immagine della ferita del sisma ad una medicina prodotta su quel territorio dedicando qualche minuto ad una libera riflessione su come i traumi e gli incontri si assomiglino nel senso che vi è in entrambi i casi un prima ed un dopo. La Temporalità interrotta unisce e trasforma la sofferenza in gioia, l’ignoranza con la conoscenza e la bellezza in un ricordo come un taglio netto ed un confine … un trauma visibile. Quando vi è un incontro od un trauma , la sospensione del tempo è evidente. Curare, lenire è conoscere, intraprendere un viaggio nella nostra umanità a volte arricchendosi anche con esperienze non volute.

Francesco Gnot


_I volti della scelta_ fotografie, 2009

Se il coraggio è testa, la paura è croce ... comunque son facce della stessa moneta.
Ho provato paura, per un futuro incerto così come per certe certezze. Entrambe le paure sono spettatrici quando c'è da prendere una decisione. Ci vuole coraggio per prendere alcune decisioni, soprattutto quelle che da lì in poi ti cambieranno la vita.
Ho proiettato il tema del coraggio nel dover prendere una decisione ... perchè al momento per me, la cosa più importante, è prendere una decisione importante. Nei miei ultimi viaggi ho conosciuto tante gente, con storie molto diverse dalla mia. Durante quei viaggi ho capito che presto avrei dovuto prendere una decisione. Con alcune persone ho avuto una connessione, comprensione, comunione della realtà che ho cercato di catturare con gli scatti esposti.
Ogni volto rappresenta un momento del mondo delle decisioni, e ogni persona mi ha fatto riflettere sulla mia. Le foto sono esposte lungo il corridoio dell'appartamento, che rappresenta il tempo che passa.
Metà dell'opera nel mondo delle decisioni è decidere ... e per questo, ci vuole coraggio.

Francesco Guiducci


_Castelli di arte_ carte da gioco, 2009.

Castelli di carte: allusioni ad un mondo, illusioni di un mondo, delusioni per un mondo.
Juri Favilli+Alessandro Masoni


_Una Vita_ installazione ambientale, 2009.

I simboli di Una Vita sintetizzati nel suo inizio e nella sua fine che si ripetono.
La scelta che rende ogni vita diversa dall’ altra si innalza a paradigma di ciò che ci fa Uomini.
Nell’ininterrotta ciclicità del tempo la Scelta si configura come l’unica traccia della nostra esistenza destinata a permanere.
Mario Cenci



_Coraggio_ marmo, orologio al quarzo, 2009

Il legame che unisce i due elementi del lavoro, l’orologio e il blocco di marmo che lo sostiene, riporta ad uno dei significati del coraggio; quando coraggio significa il continuare a tendere verso l’obiettivo che diventa conferma della nostra esistenza anche contro limiti insuperabili. Il marmo su cui batte insensatamente l’esile lancetta nel tentativo ritmico e infinito di scolpire il blocco con il segno del suo ruotare, ne asporta ad ogni tocco infinitesime parti che rimandano ad una possibilità remota di riuscire nell’intento.
Il supporto in marmo è allo stesso tempo la condizione necessaria d’esistenza per l’orologio e ostacolo non superabile che nega la sua funzione primaria non permettendogli di completare la rotazione. La natura dei due elementi mostra la sproporzione dell’accostamento che viene continuamente forzata dall’impulso vitale.
Studio ++
Fabio Ciaravella, Umberto Daina, Vincenzo Fiore

Site: www.studioplusplis.it




Private Flat#5.5: dove il tema curatoriale diventa tema artistico.
Il dibattito che ha animato il gruppo di artisti coinvolti nella cellula PF#5.5 nasce dalla novità più significativa dell quinta edizione di Private Flat: la presenza di un tema curatoriale.
Gli artisti hanno inizialmente guardato con diffidenza la proposta di lavorare su di un percorso tematico preciso, ritenendola poco naturale rispetto all’evoluzione dei lavori individuali.
Pertanto l’intento curatoriale si è trasformato in un confronto diretto tra gli artisti e le diverse impostazioni di metodo. SituAction è il coraggio di agire nella situazione; lo sforzo di interpretare tramite la propria personalità le riflessioni aperte dal bando. Risultato dell’ esperimento è la produzione di lavori dedicati all’evento ed installazioni site-specific che interpretano nel profondo il luogo dell’abitare, del convivere, dello scegliere, del continuare a tentare che caratterizza la vita quotidiana: l'appartamento come metafora della vita, luogo dove riflettere, luogo dove il tempo si ferma, dove ci si leccano le ferite per poi ripartire. La mancanza di questo luogo è trauma che segna la vita.
L’appartamento privato diventa laboratorio di sperimentazione, in cui il vivere viene investito e permeato dall’arte nel completo arco della giornata.
L’ esperienza svolta nella cellula PF#5.5 evidenzia come l’evento Private Flat diventi strumento cittadino capace di catalizzare e generare la riflessione culturale ed artistica contemporanea.

Mario Cenci

Official Photos by: Manuspi


una delle fasi di preparazione

Una Vita


Una Vita, installazione ambientale, 2009.

I simboli di Una Vita sintetizzati nel suo inizio e nella sua fine che si ripetono. Una porta diaframmata: la nascita a cui si accede ad una stanza piena di terra: la morte. Agli angoli opposti due lampade di colore diverso. La scelta che rende ogni vita diversa dall’ altra si innalza a paradigma di ciò che ci fa Uomini. Nell’ininterrotta ciclicità del tempo la Scelta si configura come l’unica traccia della nostra esistenza destinata a permanere.

Installata nella cellula: Private Flat #5.5

Foto by: www.fammivedere.com

Autodesk

Autodesk, scultura, tecnigrafo verniciato, 200x200x70, 2009.




L'avvento della tecnologia digitale ha modificato gli usi e i costumi delle attività professionali.
Il tecnigrafo, simbolo della vita lavorativa dell'architetto, è diventato cimelio da soffitta.
Il suo omicidio è stato commesso dalla Autodesk nota ditta elaboratrice del re dei sistemi di disegno automatico: il software AutoCad.
Autodesk è stata esposta nella Facoltà di Architettura di Firenze in occasione dell' inizio delle lezioni dell'anno accademico 2009-2010.

Opera realizzata con Vincenzo Fiore.

La fede italiana


La fede italiana, street performance, amplificatore su via cittadina, proiettore su facciata di chiesa, 2008.




23 giugno 2008
Partita Italia-Spagna quarti di finale dell' europeo 2008.
Un gruppo sempre crescente di persone dall'inizio della partita si raccoglie davanti alla facciata della chiesa del Cenacolo di Fuligno in via Faenza a Firenze.
L'occasione di questo assembramento è la street performance che invade la via con il sonoro della partita in diretta e la proiezione delle immagini sulla facciata della chiesa stessa.
Atto blasfemo, o riflessione sulla potenza della fede?
Cosa significa nella contemporaneità credere?
La partita che si gioca non a caso è tra le due vecchie "cattolicissime" Italia e Spagna.

Performance realizzata con Vincenzo Fiore.


Senza archivio 1



Senza archivio 1, Stampe a contatto su carta fotosensibile, 6 stampe 30x40 cm, 2008


Senza archivio 1, particolare

Il "trauma" di perdere le matrici (file) di migliaglia di fotografie mai stampate (MI SI E' ROTTO L'HARD DISK !) mi ha portato a riflettere sulla riproducibilità in fotografia. Ogni fotografia di per se analogica o digitale che sia ha, a monte della stampa, un'immagine di archivio (file o negativo) che la rende ristampabile quindi sostanzialmente riproducibile all'infinito.
Le stampe della serie Senza archivio 1, stampe a contatto su carta fotosensibile di materiali degradabili (fette di salumi), annullano la possibilità di archiviazione dell'immagine in quanto uniche impressioni di quel materiale. L' immagine diventa archivio di se stessa e unica testimonianza della fetta impressionata.

L'opera è stata esposta nella cellula Private Flat#4.0

Pagelle scolastiche, passaggi forzati



Pagelle scolastiche, passaggi forzati, 8 pagelle 22x32, 2007




Pagelle scolastiche, passaggi forzati,particolare

Il documento come testimonianza storico-legale di un "passaggio forzato".
La memoria di una carriera scolastica fatta di un numero non elencabile di esperienze condesate nelle poche righe del giudizio di ammissione al grado successivo di istruzione obbligatoria.
Otto anni di evoluzione in otto pagelle scolastiche.
Lavoro terzo classificato a "Visual Works 2007", concorso di arti visive indetto dal Collettivo Ark della Facoltà di Architettura di Firenze dal titolo "PASSAGGI FORZATI", Firenze 26-30 giugno 2007.

E'-vento - immagini d'aria



E'-vento Immagini d'aria, video-installazione, 2007




E'-vento Immagini d'aria,video, 2 min. 53 sec. , 2007

Il vento è l'elemento alla base della vita del velista, è generatore di segni codificati dall'esperienza di chi dipende da questa forza per la sua vita in mare.
Il lavoro, partendo da questa riflessione, cerca, in contesti che hanno una relazione meno intima, più distratta con il vento, segni e forme legate alla forza "in-visibile" dell'aria.

L'opera è stata esposta nella cellula Private Flat#3.0

Teoria di relatività



Teoria di relatività, Installazione cinetica (fotografie, legno, motori elettrici) ,
70x236 cm, 2006


Esiste nella realtà un alto ed un basso, o semplicemente è il nostro modo di vedere le cose, dovuto all’abitudine, che ci fa decodificare lo spazio intorno a noi? Che cosa succede alla nostra percezione nel momento in cui, togliendo i punti di riferimento, un’ immagine moltiplica i suoi punti di vista? Lo spazio, in sostanza, è una struttura oggettiva o è soltanto una modalità relativa nel rapporto soggetto-oggetto?

L’installazione cinetica “TEORIA DI RELATIVITA’” propone allo spettatore di entrare dentro questa ipotesi e di sperimentarla visivamente dando ad ognuno la possibilità di moltiplicare le proprie interpretazioni. L’opera è interattiva: lo spettatore può far ruotare le fotografie premendo i pulsanti sottostanti. In questo modo ho cercato di affrontare il problema della “distanza” che spesso si crea tra lo spettatore e l’autore dovuto ad una fruizione spesso contemplativa e non attiva imposta dai musei. L’artista e lo spettatore possono dialogare, pensare assieme; l’opera d’arte è il mezzo. Più che un’ opera da ammirare vorrei proporre un’esperienza visiva.

L'opera è stata esposta in occasione di Private Flat#2


Mind the mind





Mind the mind, installazione ambientale (tubi, provini fotografici, torce elettriche), 2006

In un corridoio dei tubi neri inclinati formano uno spazio decostruito in cui sono intrecciati dei provini fotografici a striscia. Le foto non sono selezionate ma sono poste nella continuità in cui sono state realmente scattate, lo spazio fisico le pone in vicinanza con altre scattate in tempi diversi. Lo spettatore entrando in questo luogo in penombra con una torcia elettrica scopre lentamente le fotografie in modo casuale ed è come se scoprisse il groviglio di ricordi nella mia mente.
Si instaurano cosi' delle vicinanze fisiche tra immagini scattate anche in tempi diversi.
Un ricordo infatti puo' essere evocato da un'esperienza anche se lontano nel tempo.
Il fascino del nostro cervello è che non elimina del tutto la casualità nel ricordare.

L'opera è stata esposta in occasione di Private Flat#1